Come dare valore ad un danno subito e proteggere l’azienda da futuri rischi prevedibili
Nel Podcast 9, abbiamo illustrato cosa è il Risk Management: la valutazione preventiva di tutti i possibili rischi ed eventi dannosi che si possono verificare nel corso della vita di un’azienda, danneggiando il patrimonio aziendale.
E’un processo di prevenzione che non tutte le aziende adottano, perché è vissuto un po’ come una procedura eccessiva e “superflua”.
Gara Solutions che lavora su perizie di danni subiti, ha potuto constatare che questa tendenza dell’imprenditore ad evitare delle prassi preventive e di protezione dell’impresa cambia, nel momento in cui il danno concreto c’è ed è occorso.
Per questo, abbiamo pensato ad una nuova buona prassi: che chiamiamo “Reverse Risk Management” ovvero a valle del danno, nella situazione in cui l’azienda sia già nella circostanza di massima criticità.
In questa fase, l’imprenditore è comprensibilmente in uno stato di grande emotività poiché è in un momento estremamente delicato della sua vita di imprenditore rispetto al futuro della sua azienda.
In questo momento è chiaro che l’imprenditore è più aperto all’ascolto ed è possibile che comprenda più facilmente le prassi di Risk Management che permettono di mettere in protezione la sua azienda almeno nel futuro, poiché ora ne è consapevole mentre, in assenza di danni aveva un atteggiamento di “rifiuto” considerando l’ investimento inutile.
Il Reverse Risk Management di fatto, rende l’imprenditore consapevole di tutti i rischi che gravano sull’azienda e di quale potrebbe essere l’entità massima di danno che potrebbe occorrere all’azienda.
Questa tipologia di intervento la definiamo “impresa consapevole”.
Operativamente ci si confronta con l’imprenditore attraverso un questionario che accerta quali sono i rischi a cui è esposta effettivamente l’azienda rispetto alla sue caratteristiche e si comprende quale è l’entità massima di danni che si può verificare nell’impresa.
Un parametro aggiuntivo è un indicatore che si definisce Risk Appetite: ovvero la misura e propensione dell’imprenditore ad accettare per la propria azienda un rischio che noi definiamo come “accettabile”.
Si stabilisce quale è la copertura assicurativa, quanto del valore totale del massimo impatto di danno è assicurato.
Di fatto sa qui si ricava quale è la parte di protezione che risulta scoperta.
Il massimo impatto di danno possibile si calcola con la percentuale di rischio di danni che potrebbero verificarsi e questa percentuale viene calcolata in base ad una serie di fattori ed analisi storiche.
Una volta ottenuto viene moltiplicato per il massimo danno possibile in base alle caratteristiche patrimoniali dell’azienda per ogni rischio analizzato.
Il risultato di questo calcolo è l’indice di esposizione dell’azienda e dunque il valore di danno massimo possibile.
Di fatto riusciamo a verificare in questo modo quanto l’azienda risulti coperta dalle polizze assicurative in essere ed quanto la parte scoperta possa essere mitigata con interventi di protezione e prevenzione.
Quindi abbiamo una fase di consulenza successiva che abbiamo definito “Impresa sicura”, poichè partendo dalla consapevolezza dei rischi e da questa analisi sviluppata nella fase “Impresa consapevole”, l’azienda decide di adeguare i rischi e le parti dell’azienda non protette e mettere l’azienda in una condizione di maggiore sicurezza.
Questo è possibile grazie all’analisi condotta e alla volontà dell’imprenditore di intervenire e tutelarsi nel caso di futuri rischi per l’impresa.
Inoltre, esiste una terza evoluzione virtuosa possibile, rispetto alla protezione di una impresa, che va oltre i rischi relativi ed ai beni materiali e produttivi. E’ quella protezione che considera i rischi legati a fattori finanziari, strategici, funzionali alle scelte future dell’azienda anche rispetto alla propria reputaziona di marca.
In questo caso, attraverso un approccio di consulenza ancora più sofisticato si monitora ogni tipo di rischio attraverso una sorta di griglia di controllo o cruscotto e si verifica il mutamento in tempo reale del rischio per prendere decisioni migliorative ad ulteriore protezione dell’azienda per ottenere un azienda che definiamo come “Impresa Futura”
L’ultimo step evolutivo è relativo alla valutazione dei rischi e principi ESG relativi alla sostenibilità ovvero stiamo parlando di quando un’azienda non si è ancora dotata di quelle best practice relative alla sostenibilità rischiando dunque di compromettere target clienti e obiettivi di qualità che mettono a rischio gli stakeholders ed escludono l’azienda dagli standard che nei prossimi anni saranno sempre più richiesti alle imprese più evolute e competitive, le “imprese sostenibili”